6 M. Arci (Marrubiu – Morgongiori)

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Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari Programma Annuale Escursioni 2o11

 

MONTE ARCI DOMENICA 20 MARZO 2011 – 6° ESCURSIONE SOCIALE Tragitto                                  Auto proprie Ritrovo                                  Parcheggio Media World – Bivio di Sestu ore 7,30 – Puntuali ! Riferimento cartografico      IGMI 1:25000 Comuni interessati                Marrubiu, Morgongiori Lunghezza                              16 km. Circa Dislivello in salita                 700 m  circa Dislivello in discesa              700 m. circa Tempo di percorrenza           8 ore circa Difficoltà                                E Tipo di terreno                      Sterrata, carrareccia, sentiero Interesse                               Paesaggistico Pranzo                                    Al sacco Rientro previsto                    ore 18 Quota di partecipazione        € 5 per i soci, € 15 per i non soci Prenotazioni                           al 347 5946125 Direttori di escursione          Giorgio Faret – Marcello Sello       Descrizione generale Tra la Giara di Gesturi e la Bonifica di Arborea, si erge maestoso il massiccio di Monte Arci che raggiunge l’altezza di 812 metri e dalla cui sommità si può agevolmente dominare gran parte del Campidano. Il M. Arci, che in sardo significherebbe “altura”, negli ultimi anni è stato più volte oggetto di escursioni sociali ma quasi mai è stato ripetuto lo stesso itinerario grazie alla vastità e varietà del territorio interessato. Il M. Arci fa parte del Parco naturale vasto 13.560 ettari della provincia di Oristano ed interessa i comuni di Marrubiu, Palmas Arborea, S.Giusta, Masullas, Morgongiori, Ales, Pau, Usellus, Villaurbana, Siris e Villaverde. Questo complesso, insieme ad Arcuentu nell’Arburese ed al Montiferru nell’alto oristanese, rappresenta uno dei più importanti apparati vulcanici dell’Era Terziaria (da 65 a 2 milioni di anni fa) caratterizzato da una notevole varietà di rocce effusive prodotte dall’attività eruttiva. Sulla sommità, ben visibili anche da lontano, si ergono i punti più alti del monte e cioè i picchi della Trebina Lada (larga) m. 795 e della Trebina Longa (lunga) m. 812 residui di camini vulcanici. Questi due roccioni sono situati sul bordo del precipizio di un grande crepaccio certamente l’antico cratere del vulcano. La caratteristica principale del M. Arci è la presenza di una grande quantità di ossidiana, pasta vetrosa silicea formatasi durante il rapido raffreddamento del magma. Secondo una teoria sui primi insiedamenti umani della Sardegna, fu proprio la presenza di questo minerale a richiamare la primissime popolazioni durante il Neolitico, in quanto l’ossidiana consentiva di fabbricare strumenti per la caccia (punte di freccie e di lance) e utensili (coltelli, falci, pugnali, raschiatoi) necessari in un’economia di sussistenza prima e di scambio dopo. L’utilizzo dell’ossidiana durò ininterrottamente fino all’età del Bronzo e quindi alla lavorazione dei minerali (dal 6.000 a.c. al 2.000 a.c.). All’interno del Parco di M. Arci sono state individuate circa 500 specie floristiche; nella parte bassa prevalgono il cisto e il lentischio oltre a qualche campo coltivabile ed a qualche vigneto. Nella parte alta troviamo boschi di lecci ed in minore quantità anche querce e roverelle. A queste si aggiungono tratti di macchia secondaria di erica e corbezzolo. In primavera poi sono numerose e coloratissime le fioriture nel sottobosco con ciclamini, anemoni, peonie ecc. Il M. Arci, essendo ricco di acqua , annovera una fauna piuttosto varia dove primeggiano cinghiali, volpi e gatti selvatici. Fino a qualche anno fa erano presenti anche daini e cervi ormai estinti a causa dell’indiscriminata caccia e soprattutto del bracconaggio. L’avifauna è composta da diverse specie come ghiandaie, cornacchie, colombacci, upupe ma anche rarissime galline prataiole, il falco pellegrino, l’astore, il gheppio e, sembrerebbe, anche qualche esemplare dell’aquila del Bonelli. Come ultima informazione si segnala il brutto impatto visivo di un grosso impianto eolico in località Conca de Seda (Ales) entrato in servizio 12 anni fa con 34 aeromotori per complessivi 10,9 MW che a tutt’oggi, visto l’attuale stato dell’impianto (eliche ferme, pali arrugginiti ecc.) c’è fortemente da dubitare che possano produrre (come a suo tempo dichiarato) 12 milioni di KWh. Le notizie su riportate sono state desunte in buona parte da descrizioni di escursioni precedenti.   Come si arriva Dal parcheggio di Media World, ci si immette sulla  Carlo Felice e la si percorre sino al km. 76. Dal bivio di Marrubiu si prosegue sulla SP 68 e la si percorre in direzione di S.Maria Zuarbara per circa 2 km. Quindi si devia a destra seguendo l’indicazione turistica per Zuradili e dopo 800 metri si arriva dinanzi alla chiesa campestre di S. Maria Zuarbara, con annesso ampio parcheggio.   Itinerario a piedi L’itinerario parte dalla estremità sud-est del parcheggio (130 mt. s.l.m.) da cui inizia un’ampia carrareccia, che, fra la vegetazione bassa, dovrà essere percorsa per poco più di un chilometro, trascurando i numerosi bivi secondari che si incontrano. A quota 215 mt. s.l.m., si abbandona la carrareccia per svoltare a destra, direzione sud, per pervenire in località Su nuraxi (230 mt. s.l.m). Il sito è caratterizzato dalla presenza di un ampio capanno col tetto di frasche, già conosciuto in precedenti escursioni. Dallo spiazzo antistante il capanno, ci si immette sul sentiero – ricco di ossidiana – che in direzione dapprima est e poi sud-est risale con discreta pendenza verso la base rocciosa della punta Sa Siliqua, raggiungendo uno slargo a quota 390 mt. s.l.m. La vista inizia a spaziare sul Campidano di Oristano, dai monti di Villacidro, al golfo di Oristano sino al Montiferru di Santulussurgiu. La salita prosegue in direzione nord-est, ed a quota 432 mt., davanti alle pareti rocciose di Punta Sa Siliqua, caratterizzata da cavità naturali di origine vulcanica, ci si immette in sentiero all’interno del bosco. Costeggiando da sud le pareti di Punta Sa Siliqua, e dopo un passaggio su roccia abbastanza largo e sicuro, si perviene, uscendo dal bosco, ad una carbonaia (474 mt. s.l.m.). Si prosegue su una carrareccia in disuso, da questa su un’altra che – seguendo l’andamento orografico in direzione sud-est – ci consente di superare la valle boscosa della Gora di Frontu e la località S’Allostiraxiu. Il percorso si raccorda quindi, dopo vari saliscendi, con la carrareccia della Gora di Paua sa Figu (475 mt. s.l.m.). La carrareccia, coperta dal bosco soggetto attualmente – anno 2011 – a taglio, risale proseguendo la Gora di Capudacquas con costante pendenza, sino ad uno slargo (670 mt. s.l.m.). Da qui il sentiero, solcato dall’acqua piovana, risale, ora in forte pendenza, verso la Trebina Lada, che si intravede attraverso il fogliame del bosco. Si giunge quindi alla base della trebina (787 mt. s.l.m.) da cui, ad un centinaio di metri verso sud, si perviene in una area attrezzata, sotto il bosco, idonea per il pranzo. Ripercorso a ritroso il cammino sino alla Trebina Lada, ci si discosta da esso in direzione nord-est, verso la carrareccia principale che oramai costeggia il bordo occidentale del monte Arci, ora in direzione  nord, pervenendo alla base dell’imponente Trebina Longa, la più alta delle due con i suoi 812 metri s.l.m. Il panorama spazia non solo verso ovest (Campidano di Oristano) ma anche verso est, verso la Giara di Gesturi e sullo sfondo il Gennargentu ancora innevato.     Si prosegue sulla carrareccia per ancora 600 mt, in vista degli impianti eolici dismessi, da cui, in direzione ovest, riprende il sentiero nel bosco, sino ad una recinzione a destra, che si supera con facilità. Il percorso, da un orientamento verso ovest, dopo circa 250 mt. dalla carrareccia, assume direzione nord-ovest a quota 770 mt.. Il sentiero attraversa in quota il bosco, ora abbastanza fitto. Si ricongiunge quindi ad un altro sentiero che incomincia decisamente a scendere direzione ovest, sino a quota 650 mt., dove si innesta, in direzione sud, nella carrareccia della Gora di rio Murus, che percorreremo, sempre in discesa, sino alla Dispensa Murus (425 mt.). Dalla dispensa Murus la carrareccia prosegue, ancora nel bosco, sempre in costante discesa, sino a raggiungere, dopo il bivio che al mattino ci ha portato al capanno di frasche, il parcheggio delle auto.                         Avvertenze L’escursione nel suo complesso non presenta difficoltà particolari: l’80% del tracciato è su sterrato e sentieri segnalati, con un punto esposto di modestissima entità. Ciò non di meno, sia per la lunghezza e per i tratti di evidente pendenza, è indicata per buoni camminatori. Il passo dovrà essere lento ma costante e si raccomanda, per chi li sa usare, l’aiuto dei bastoncini da trekking. Si sottolinea ulteriormente la necessità di non oltrepassare il Direttore di escursione per la presenza di numerosi bivi ed incroci. Sono indispensabili l’utilizzo delle scarpe da trekking.. Dichiarazione di esonero di responsabilità Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur tuttavia la frequentazione della montagna comporta dei rischi comunque ineliminabili e pertanto con la richiesta di partecipazione all’escursione il partecipante esplicitamente attesta e dichiara: di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà dell’escursione; di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI – Sezione di Cagliari; di ben conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione; di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla partecipazione all’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità.      file/Mappa.pdf