Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari
Programma Annuale Escursioni 2012
Domenica 20 maggio 2012 13a ESCURSIONE SOCIALE
Isola di Sant’Antioco
Tragitto | in auto proprie |
Ritrovo | Ore 7,15 Sestu – parcheggio Mediaworld Ore 8,50 Ingresso S. Antioco |
Riferimento cartografico |
IGMI Serie 25 scala 1:25000 – F. 572 Sezione IV CAPO SPERONE; F. 564 Sezione III – SANT’ANTIOCO. |
Comuni interessati | S. Antioco |
Lunghezza | 12,500 km circa |
Dislivello in salita | 160 m circa |
Dislivello in discesa | 110 m circa |
Tempo di percorrenza |
6 ore circa; escluse soste e pranzo |
Difficoltà | T/E |
Tipo di terreno | Mulattiera; sentiero. |
Interesse |
Paesaggistico, naturalistico e archeologico |
Segnaletica | assente |
Attrezzatura |
vestiario adatto alla stagione; scarponi da trekking |
Pranzo | al sacco |
Acqua | minimo 2 litri |
Quote di partecipazione |
5 Euro per i soci; 15 Euro per i non soci |
Prenotazioni | 347-5946125 (CAI) |
Le iscrizioni per i non soci si chiudono venerdì 18 maggio alle ore 12,00.
Facile e interessante escursione lungo la costa ovest dell’isola, tra la fioritura della macchia mediterranea, sino ad attraversare una importante “Area archeologica”.
Descrizione generale
Sant’Antioco è per estensione la maggiore delle isole sarde e la quarta isola del territorio nazionale italiano (km2 108,9).
L’isola è di origine vulcanica, la sua costa è prevalentemente rocciosa.
Nella parte occidentale la costa è caratterizzata da pareti verticali o molto scoscese a falesia, con intervallate grotte ed alcune insenature, con poche ma grandi spiagge.
La costa orientale ha, invece, costa bassa e sabbiosa che, nel punto di istmo che la collega alla Sardegna stessa, viene progressivamente ad assumere un aspetto lagunare.
Il golfo meridionale, a Sud dell’istmo, racchiude grandissime spiagge sabbiose, delimitate da tomboli e dune.
L’isola è territorialmente suddivisa in 2 Comuni, la parte meridionale è amministrata dal Comune di S. Antioco, la parte settentrionale dal Comune di Calasetta.
L’interno dell’isola è collinoso con altitudini limitate, è priva di corsi d’acqua di rilievo. Al largo, verso Sud, esistono alcuni isolotti rocciosi disabitati e di difficile accesso, il più grande dei quali è l’isola del Toro.
La formazione vegetale principale è la tipica macchia mediterranea bassa, costituita da cisto, lentisco, corbezzolo e ginepro. Tra le forme di vita vegetale è presente anche la palma nana, rara specie spontanea europea.
L’isola è punteggiata, nelle zone riparate, da piccoli orti e vigne a conduzione familiare, più estesamente coltivati sono la vite con diverse varietà, il fico ed il fico d’india. Sono presenti puntualmente alcuni rari endemismi botanici.
Gli stagni e le lagune racchiuse tra l’isola e la Sardegna rappresentano una zona umida di estremo interesse faunistico: fenicotteri rosa, cormorani, garzette, gabbiani ed altre specie di uccelli acquatici. Sulle alte falesie della costa esterna occidentale nidifica il “falco della regina”.
Come si arriva
La partenza è prevista dal parcheggio MediaWorld Sestu; ore 7.15 con le proprie auto. Ci dirigiamo verso la S.S. 130, che percorriamo con direzione Iglesias sino al Km 44 bivio Villamassargia – Carbonia. Continuiamo in direzione Carbonia e subito dopo la frazione di Sirai S.S. 126 con indicazione S. Antioco. (Punto di ritrovo all’ingresso di Sant’ Antioco ore 8,50). Qui, si svolta a sx e continuiamo per 6 km circa, sino ad arrivare in un grande spazio dove lasceremo le auto.
Itinerario a piedi
In prossimità del parcheggio di “Funtana Canai” (q. 30 m), ci dirigiamo verso il nuraghe Feminedda (q.76 m). E’ il primo monumento nuragico che incontriamo lungo il percorso e richiama la nostra attenzione sui tanti nuraghi, gli insediamenti e le tombe che brulicano anche nell’isola di Sant’Antioco. (ore 0,30).
Quindi, ci avviamo in direzione sud percorrendo una stradina che attraversa un bel paesaggio caratterizzato da pascoli e verdi prati, e giungiamo al complesso nuragico di Grutt’e Acqua, (q.75 m; 1 ora), uno dei più notevoli dell’intera isola.
Come dice il nome stesso del luogo, esso è contraddistinto da una serie di elementi che richiamano l’importanza vitale dell’acqua, tanto più essenziale in una piccola isola dal clima semiarido.
Dopo un breve percorso troviamo un anfratto in cui l’acqua piovana si conserva a lungo: è questa la “grotta dell’acqua” che dà il nome al sito. Da qui vediamo il nuraghe sulla cima della collinetta rocciosa e lo raggiungiamo attraversando una distesa di pietrame, che in parte deriva dalla frana del nuraghe stesso ed in parte dal crollo delle strutture dell’abitato.
Il nuraghe è molto diroccato, ma consente di godere di un magnifico panorama.
Tutt’intorno vediamo a distanza gli altri nuraghi, anticamente appartenenti alla stessa tribù (q. 137 m; ore 1,30).
Dopo aver superato una cresta rocciosa giungiamo sulle sponde di un laghetto di forma ovale, con qualche residuo di antiche mura.
Proseguendo il cammino, tra lentischi e ginepri incontriamo altri ruderi dell’insediamento nuragico che in questo caso non era concentrato intorno al nuraghe ma era suddiviso in nuclei che si adattavano al paesaggio e alla presenza delle risorse idriche. In uno di questi nuclei appare il monumento in migliore stato di conservazione: un pozzo sacro nuragico, non del tutto messo in luce, ma ben riconoscibile per la discesa tra alte pareti di pietra che conduce alla canna del pozzo.
Continuando il percorso verso Ovest tra la fioritura della macchia mediterranea, arriviamo alla sug-gestiva insenatura di Porto Sciusciau (ore 1,30).
Qui, è prevista la sosta per il pranzo al sacco.
Dopo una piacevole sosta si risale lungo una via che ci fa apprezzare nuovamente le af-fascinanti insenature della costa e lo splendido panorama verso la Cala di Mezzaluna e di Cala Sapone, sino ad arrivare alla “tomba del gigante” ed al complesso roccioso di Sa Corona e Su Crabili, detta anche Su Niu e Su Crobu. Questa sepoltura collettiva nuragica è la meglio conservata della zona, ma non è l’unica in quanto ne esistono alcune altre a breve distanza. Nell’insieme, le diverse tombe accoglievano le sepolture dell’intera tribù che occupava questa parte meridionale dell’isola di Sant’Antioco. Siamo al termine della nostra escursione e ci avviamo per il rientro verso le nostre auto (ore 1,30 – totali 6 ore circa).
Sarà facoltativo concludere l’escursione pervenendo con le auto al Faro dove si rinvengono i ruderi di un importante posto di osservazione chiamato Semaforo (q.178 m) in una posizione dalla quale si possono controllare tutte le coste dell’isola sino a Capo Teulada e vedere i tre isolotti: il toro, la vacca e il vitello.
Raccomandazioni
L’escursione è adatta a qualsiasi escursionista. Si richiede comunque una buona preparazione fisica, indispensabili gli scarponi.
Alimentazione
L’alimentazione dovrà essere adeguata alle nostre esigenze fisiche e a quelle climatiche. Indispensabile una buona scorta d’acqua.
Comportamento da tenersi durante l’escursione
Ogni componente del gruppo durante l’escursione starà sempre dietro il direttore di Escursione e ne dovrà seguire le indicazioni.
Dichiarazione di esonero di responsabilità
Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur tuttavia, la frequentazione della montagna comporta dei rischi comunque ineliminabili e, pertanto, con la richiesta di partecipazione all’escursione, il partecipante esplicitamente attesta e dichiara:
– di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà dell’escursione;
– di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI – Sezione di Cagliari;
– di conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione;
di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla partecipazione dell’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità.
Direttori di escursione
Eugenia Scano (AE), Alessandro Usai, Paola Zedda, Pierfrancesco Boy.
Si ringraziano per la preziosa collaborazione prestata durante le pre-escursioni Salvatore Dedola e Sergio Càrbini.